Radioline, tv, e ora gli smartphone. La nuova era del calcio in video
Dalle radioline alla tv satellitare. E ora, dalla tv satellitare al calcio sui nuovi device: pc, tablet, cellulare. Il 29 marzo scadono le due offerte (Dazn e Sky) per i diritti televisivi del calcio 2021-24. Che chiamarli “televisivi” ormai appare demodé. Dazn offre un pacchetto da 840 milioni per 7 partite in esclusiva e tre in coabitazione con la tv di Murdoch. Mentre Sky si ferma a 750 milioni, e ne offre 70 per la “convivenza” nella prima proposta, portando così quanto sarebbe versato nelle casse dei club a 910 milioni. Gran parte dei club ovviamente optano per la prima ipotesi, dato il gettito maggiore. E se tale proposta andrà in porto, servirà rafforzare pure le connessioni: il ruolo di Tim, che ha ormai il monopolio della rete in Italia, non è assolutamente confermato e resta un’ipotesi.
In uno studio del 2019 condotto da Pew Research Center, è stato certificato che il 71% degli italiani dispone di uno smartphone. In cui si utilizza la messaggistica istantanea, si guardano i social, ma si leggono anche e soprattutto tutte le news. E come pensare di non guardarci pure le partite? Il mobile è ormai un qualcosa di radicalizzato e sempre più saldo nella nostra vita quotidiana. Per questo l’offerta di Dazn andrebbe in una direzione più consona a ciò che siamo divenuti oggi: il modello di abbonamento alla pay-tv per vedere calcio dal divano, inizia quasi a divenire obsoleto.
Un processo iniziato negli anni Novanta, con quel Lazio-Foggia che fu la prima partita trasmessa in serale da Tele +2, il 29 agosto 1993, ma che finì senza reti. Poi è arrivato Stream, e poi Sky nel 2003 (con un intermezzo veloce di Gioco Calcio, ve lo ricordate?); che altro non è stato il porto d’approdo per tutti coloro che lavoravano già nelle emittenti precedenti. E che oggi, pur non conoscendo un tramonto, non appare più l’unica possibilità sul piatto. D’altronde lo facciamo già con Netflix, Amazon Prime e quant’altro. Così tanto da far apparire Sky Cinema già preistoria.
Tralasciando per un attimo la pandemia, in una vita così frenetica, multitasking e meno sedentaria di prima, con un campionato ridotto a spezzatino ma che comunque si accavalla ai campionati esteri, col risultato di avere tante partite di vario genere in contemporanea, il mercato impone una trasformazione del prodotto calcio. Ben inteso: l’unico posto davvero fruibile per il pallone, è lo stadio. Che ormai è divenuto il simbolo di un passato sempre più schiacciato dalle tv, e il quale processo di svuotamento, come Giovanni Francesio ha scritto sul “Foglio” qualche settimana fa, è stato completato dalla pandemia. Un lavoro di alienazione, di morte di un mito popolare, iniziato però proprio dalle tv. Per cui meglio recuperarlo, quando finalmente si potrà tornare liberamente a fruire calcio dal vivo.
Ma dal punto di vista della fruizione video, potremmo essere alle porte di una mini rivoluzione; con il proprio smartphone che sarà il nostro nuovo televisore. Da utilizzare alla fermata del bus o in treno, come già in gran parte facciamo. Con la differenza che mentre timbreremo il biglietto, magari, esulteremo davanti a tutti per un gol del nostro fuoriclasse preferito. Resterà da vedere, in caso di sconfitta, cosa accadrà a Sky, che punta tutto sulla Premier League, la Bundesliga e le coppe europee: per il 2021-24 si è già aggiudicata la Champions League (121 partite su 137), l’Europa League e la nuova coppa europea, la Conference. Ovvero 282 partite per ognuna di queste ultime due competizioni. Insomma, il piatto non piange, ma la serie A sempre più erosa dalla concorrenza, è una possibilità concreta.
Fonte: Europacalcio.it