Ibra scuote il Milan: “dispiace per la Champions ma lotteremo…”

Ibra scuote il Milan – Zlatan Ibrahimovic ha concesso una lunga intervista ai microfoni di “Radio Deejay” dove ha parlato di questo momento del Milan. Lo svedese ha raccontato la scottante delusione per l’ uscita dalla Champions League rimpiazzata, quasi subito, dalla voglia di ripartire alla grande nella corsa al titolo. Non sono mancati, inoltre, aneddoti e retroscena interessanti riguardanti la sua carriera.

Ecco le sue dichiarazioni:

SUL PALLONE D’ORO: Non so perché non mi hanno mai dato il Pallone d’oro, io penso a giocare. Dipende come si guardano le cose. Messi ha vinto il Pallone d’oro, ma dicono che l’avrebbe meritato Lewandowski. Non ho vinto neanche la Champions, dicono che non la vincerò mai, ma questo non cambia la mia carriera. Non cambia neanche le mie qualità, anche perché qualcosa ho vinto…”.

SUL MANCATO PASSAGGIO AL NAPOLI: Il programma era andare a Napoli per quattro mesi, vincere lo scudetto e tornare in Svezia. Ero in America e Raiola mi diceva di tornare a giocare in Europa, in Italia. In quel momento ho guardato documentario di Maradona, i tifosi erano una cosa incredibile. Avevo parlato con il Napoli, ma il giorno in cui avrei dovuto firmare hanno mandato via Ancelotti. Mi aveva convinto, era tutto fatto. Avevo parlato tanto con lui e il giorno che è andato via mi sono sentito tanto insicuro. Poi è arrivato il Milan. Le cose sono andate bene e a fine stagione ho deciso di prolungare il contratto. Non avevo parlato con mia moglie e sono andato sulla passione. E afferma: “Ho paura di ritirarmi”. 

Ibra scuote il Milan – SULLA SUA MOTIVAZIONE: “Tutto quello che ho passato ha costruito ciò che sono oggi, non avevo alternative da ragazzo e le strade che c’erano non erano buone, mi sono concentrato sul calcio e lo volevo tutti i costi. In Svezia mi vedevano come straniero e non come svedese, e questo mi ha motivato. Secondo me non è solo una questione di talento. Puoi diventare qualcuno anche senza talento se hai voglia e motivazione. Vale per tutti i lavori”. Poi una curiosità personale: “Il primo messaggio che mandai a mia moglie? Mi sono presentato non come Ibrahimovic, ma con Ferrari rossa… Quando sei giovane sei più rock’n roll, prendi tante cose che non ti servono. Da dove arrivo io, avere una bella macchina vuol dire avere successo. Ora ho capito che certe cose non servono”.

UN COMMENTO, INFINE, SULL’ ARBITRAGGIO IN ITALIA: Se fossi un arbitro non fischierei tanto, perché mi piacciono i duelli. In Inghilterra lasciano giocare. Oggi il mio rapporto con i difensori è tranquillo, prima era una bomba, non sapevo se perdevo la pazienza o stare tranquillo. Prima i difensori mi attaccavano e non avevano rispetto, adesso è diverso. Ma c’è qualche difensore di vecchia generazione che stimo, come Chiellini. Mi piace quando c’è un po’ di ‘guerra’, così mi sento vivo”. Nonostante questa critica, l’Italia per lui è una seconda casa: È il Paese che mi ha fatto diventare quello che sono oggi, è come se fosse la mia seconda casa e sono molto grato

Fonte: Europacalcio.it

Leave a Reply