Spalletti: “Faccio il mio lavoro, non cerco consensi. La maglia azzurra va onorata”
Spalletti: “Faccio il mio lavoro” – Il Commissario Tecnico della Nazionale italiana Luciano Spalletti si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera.
CONSIGLI AL PICCOLO SPALLETTI – “Gli direi di prepararsi a un mondo in cui niente è mai scontato e tutto è possibile. Spesso mi chiedo se sarei disposto a rifare tutta la fatica della mia vita. La risposta è sì. Il bello del vissuto è lì dentro, in quella stanchezza, in quella testardaggine con la quale si cerca sempre di migliorare. Non da soli, con gli altri. La qualità della vita è il contatto con le persone e le situazioni, il mutare sempre restando sé stessi”.
SULLA SUA INFANZIA E IL VALORE DELLA SCONFITTA – “Io ero un ragazzino che passava tutto il giorno al campetto, uno di quelli che bisognava chiamarlo dieci volte, quando faceva buio, perché salisse a casa, uno di quelli che i compiti li faceva la sera, perché prima di tutto c’era il pallone. Che è sempre stato il mio regalo preferito, da bambino. Anche se ne avevo tre o quattro, ne volevo sempre uno in più, dalla nonna. Avevo paura di restare senza”.
Prosegue: “Io cominciai con le giovanili dell’Avane dove si perdeva sempre, poi proseguii con quelle della Fiorentina, dove si vinceva sempre. E, sinceramente, penso di avere imparato più dalla prima esperienza che dalla seconda. Essere sconfitti è importante, educa, insegna a migliorarsi, educa a vincere. Quella casacca giallonera mi è rimasta nel cuore”.
SUL SUO STILE – “Mah, io non sono uno di quegli allenatori che passano il tempo al telefono con i giornalisti e forse questo in passato mi ha alienato qualche consenso. Io faccio il mio lavoro e cerco risultati. Rispetto tutti e il lavoro di tutti. Però voglio che a parlare, per me, siano i risultati, non i sorrisi”.
Fonte: Europacalcio.it