Mondiali 2026: le 16 d’Europa già qualificate
Il grande vuoto lasciato dall’Italia
Il nuovo Mondiale a 48 squadre: più posti, meno drammi… tranne che per noi
A sette mesi dal calcio d’inizio della Coppa del Mondo più grande della storia, il quadro europeo è ormai completo. Sedici posti diretti (più eventuali ripescaggi) hanno reso le qualificazioni UEFA meno letali del solito, ma non per questo meno dolorose. L’Italia, per la terza volta consecutiva, guarda i Mondiali dalla finestra.
Le 16 sorelle europee che voleranno in Nordamerica
Francia, Inghilterra, Spagna, Belgio, Portogallo, Paesi Bassi, Germania (graziata dal ranking), Danimarca, Croazia, Svizzera, Austria, Ucraina, Turchia, Serbia, Polonia e la sorprendente Romania. Sedici bandiere che sventoleranno negli stadi di Stati Uniti, Canada e Messico. Un elenco che, per un tifoso italiano, suona come una sentenza.
Italia fuori ancora? La cronaca di un disastro sfiorato e la speranza dei playoff
Luciano Spalletti era arrivato con la promessa di ricostruire. Scamacca capocannoniere in Serie A, Barella e Tonali al top, Bastoni e Calafiori come nuova coppia centrale, Dimarco e Di Lorenzo sugli esterni. Una rosa da finale, sulla carta. Il girone I è stato un calvario: pareggi contro Estonia e Israele, una vittoria sofferta su Moldova, ma soprattutto le sconfitte contro la Norvegia di Haaland, che con 29 gol in sei partite ha creato un solco incolmabile in classifica.
L’Italia ha chiuso al secondo posto con 15 punti, a tre lunghezze dai norvegesi, ma con una differenza reti di +16 che non basta per sognare la qualificazione diretta. I soliti pareggi contro avversari abbordabili – come l’1-1 in casa dell’Estonia o lo 0-0 con Israele – hanno scavato la fossa, e ora gli Azzurri sono costretti ai playoff di marzo 2026, dove affronteranno una tra le migliori terze dei gironi o vincitrici di percorsi Nations League. Il ranking UEFA ci tiene ancora in gioco, ma basteranno le nostre stelle per superare un tabellone che si annuncia infernale? Dodici anni senza fase finale sono un’ombra pesante, ma questa volta c’è ancora una finestra aperta: non è ancora un disastro annunciato, è una battaglia da vincere sul campo.
Pronostici Mondiali di calcio 2026: dove guardare
Per chi segue già i Pronostici Mondiali di calcio 2026, il punto di riferimento resta feedinco.com. Quote antepost aggiornate: Francia 5.50, Inghilterra 6.00, Spagna 7.00, Argentina favorita assoluta a 5.00. Molto interessanti le opzioni draw no bet sui gironi (Croazia DNB a 1.75 è una delle più giocate) e il boom degli sport asiatici: handicap e over/under stanno diventando la scelta preferita degli scommettitori esperti. Su feedinco le linee asiatiche sono già live anche per le amichevoli di preparazione.
Le favorite europee: chi può davvero vincere
Francia – Mbappé circondato da Zaïre-Emery, Barcola e Camavinga: forse la rosa più profonda del torneo. Inghilterra – Bellingham, Foden, Palmer e Kane: finalmente l’equilibrio che mancava. Spagna – Yamal e Nico Williams sono già fenomeni a 18 e 22 anni. Portogallo – l’ultimo ballo di Cristiano Ronaldo a 41 anni. Belgio – ultima chiamata per la generazione De Bruyne-Lukaku. Paesi Bassi – Van Dijk, Frenkie de Jong e un collettivo che gira alla perfezione. Germania – Nagelsmann vuole cancellare gli ultimi disastri.
Le sorprese che possono far male
Croazia (ancora lì nonostante l’età), Austria di Rangnick (calcio totale), Ucraina (motivazione alle stelle) e Romania, la grande rivelazione delle qualificazioni.
Il formato a 48 squadre: vantaggio o trappola?
Dodici gironi da quattro, prime due + otto migliori terze ai sedicesimi: addio eliminazioni-shock dopo tre partite, ma 104 match in totale significano più viaggi, più fusi orari, più usura. Le europee, abitate al ritmo Champions, partono avvantaggiate.
Un Mondiale senza Italia: il dolore e la lezione
Per la terza volta di fila guarderemo i gol degli altri dal divano. Generazioni cresciute con il mito del 2006 si trovano a vivere il picco della carriera senza la maglia azzurra addosso. Fa male. Ma deve diventare benzina. Il 2030 è a sole quattro anni di distanza: abbiamo il dovere di non fallire ancora.
Nel frattempo, godiamoci le nostre sedici sorelle europee che andranno a caccia del titolo in Nordamerica. Che vinca la migliore. E che l’Italia, almeno da spettatrice, impari finalmente la lezione.
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Fonte: Europacalcio.it