Intervista Jovic: “Fiorentina posto ideale. Sul Milan e Ibrahimovic…”

Luka Jovic, attaccante della Fiorentina, ha rilasciato un’intervista a “La Repubblica“. Il serbo si è raccontato a 360°, parlando anche della delicata sfida di questa sera al “Franchi” contro il Milan di Zlatan Ibrahimovic, uno dei suoi più grandi idoli.

INTERVISTA JOVIC: “FIORENTINA POSTO IDEALE. SUL MILAN E IBRAHIMOVIC…”

Su Ibra“E’ il mio idolo in assoluto, ha lasciato un segno indelebile nel calcio e ancora oggi è il valore aggiunto del Milan. Un altro idolo è Radamel Falcao, per i suoi capelli e per lo stile di gioco”.

Sugli inizi: “Per portarmi agli allenamenti mio padre faceva 145 km con la sua Passat. Mi portava da Batar a Belgrado, dormivamo spesso in macchina. È stato difficile, ma ho realizzato il sogno di diventare un calciatore”.

Sulla sua famiglia: “Lavora a Batar, in Bosnia. Oggi per la prima volta mio padre è arrivato in Italia, stasera sarà allo stadio”. 

Sulla guerra: “Sono stati anni tristi, ma grazie a Dio non li ho vissuti. Spero non si ripetano più; io amo il mio Paese e rispetto gli altri, non mi interessa la nazionalità di una persona. Vengo sa un Paese povero nel quale le famiglie vivono in condizioni difficili, la mia ha fatto molti sacrifici”. 

Sugli allenatori più importanti: “Devo tutto a Pavle Jevtic, il mio primo allenatore. Stava con me ogni giorno nel suo giardino a farmi ripetere la tecnica. Così ho imparato a colpire di testa e a usare entrambi i piedi”.

Sull’esperienza al Real Madrid“Fin dall’inizio è andato tutto per il verso sbagliato. Ho lasciato l’Eintracht troppo presto, dopo soltanto una stagione al top. Tutti i riflettori erano su di me, ma per un 21enne era difficile inserirsi nel club più grande del mondo. Tra infortuni, covid e pressioni ingiuste è stata un’esperienza infelice”.

Sulla Fiorentina“Qui posso crescere e fare bene, ringrazio Commisso che mi ha voluto fortemente. È l’ambiente ideale per ritrovarmi”.

Ancora su Ibra e su un suo accostamento al Milan in passato: “Per me sarebbe stato motivo di grande onore e orgoglio prendere il posto di Ibra al Milan due anni fa, ma non c’è stato nulla di vero. Oggi sarà un sogno incontrarlo, a fine partita vorrei scambiare la maglia con lui”. 

Sulle pressioni: “Essendo diventato professionista a 16 anni ho dovuto imparare a gestirle in fretta, poi chi ha giocato il Derby Eterno le impara in modo naturale”. 

Sulla Conference League“Abbiamo tutto per vincerla davvero, l’aspetto più importante è quello mentale”. 

Sui social: “Li uso sempre meno. Viviamo in un mondo falso dove vengono dipinte immagini false delle persone”.

 

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Fonte: Europacalcio.it

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