Zaniolo: “In carriera ho sbagliato a sentirmi un po’ troppo. Roma…”
Per Nicolò Zaniolo, l’Udinese rappresenta il punto da cui ripartire, una vera e propria rinascita sportiva. Dopo l’esperienza a Roma, in cui sembrava che potesse diventare un top player grazie alle sue qualità, il classe ’99 ha passato molte stagioni nell’anonimato, senza incidere in nessuna delle squadre per cui ha giocato, quali Galatasaray, Aston Villa, Atalanta e Fiorentina.
A 26 anni, Zaniolo è maturato e, in un’intervista a La Repubblica, si è raccontato affrontando diversi temi, dall’addio alla Roma agli errori commessi nel corso della sua carriera. Di seguito le sue parole.
ZANIOLO: “ALL’UDINESE STO BENISSIMO. ROMA? IN UNA CITTÀ COSÌ A 19 ANNI SFIDO CHIUNQUE A NON ALZARE LA CRESTA”
UDINESE – “Mi sento bene. So di avere fatto tanti errori in passato, ma indietro non si torna. Penso all’oggi. A Udine, e all’Udinese, sto benissimo. Ho 26 anni, vivo finalmente con la mia fidanzata e con mio figlio. Lo sentivo vicino anche quando eravamo fisicamente distanti, perché fra un papà e il suo bambino l’amore azzera i chilometri. Però adesso che sono tornato a vivere con lui, e con Sara, è tutto più semplice”.
CAPITOLO ROMA – “Tutti hanno rimorsi. Da un lato penso che, se sono arrivato a questo punto, è perché doveva andare così. Dall’altro, so che nella mia carriera ho fatto tanti sbagli, dovuti anche alla troppa esposizione mediatica che mi è stata data fin dall’inizio e alle pressioni che ho dovuto sopportare. Essere sulla bocca di tutti a 18 anni, in una città come Roma, non è facile. Sfiderei chiunque a non alzare un po’ la cresta. Ho sbagliato a sentirmi un po’ troppo. Tanti errori sono dovuti a quello. Adesso li riconosco, se tornassi indietro non li rifarei”.
“Addio alla Roma? Forse all’esterno non si è percepito quanto io abbia sofferto nel dovere lasciare la Roma. Era e resta un club che amo. Ci sono stato benissimo ed è stata dura lasciarmi con la piazza, con la società, con le persone. Forse non l’ho fatto percepire, perché preferisco tenermi le cose dentro.”
NAZIONALE – “È sempre stato un mio obiettivo, e ancor prima il mio sogno, da bambino. Rappresentare l’Italia è stupendo. Con quella maglia addosso, metti d’accordo i tifosi di Inter, Milan, Juve, Roma, Lazio. Tutti uniti nella stessa fede“.
L’IDOLO DI SEMPRE – “Il mio idolo nel calcio, Kakà. Il numero 22 a inizio carriera l’ho preso per lui, oltre che per la data di nascita di mia madre. Come uomo, mio padre. È il mio mentore, non faccio scelte senza prima averlo consultato. Mi sta vicino, anche se non più fisicamente. Esistono le età della vita, ora che ho una mia famiglia, la mia priorità è mio figlio”.
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Fonte: Europacalcio.it