Juventus, Cambiaso ci crede: “Per lo scudetto…”
Juventus Cambiaso scudetto – Dopo l’inizio di stagione complicato la Juventus ha scelto di cambiare: fuori Tudor dentro Spalletti nel ruolo di allenatore. Nonostante il pareggio in Champions League l’ottimismo in casa Juventus resta alto: ne è prova l’intervista rilasciata da Andrea Cambiaso a La Gazzetta Dello Sport dove il terzino italiano ha parlato degli obiettivi per il proseguo di stagione.
Sulle parole di Spalletti in passato – “La presi come un complimento, come qualcosa di diverso per descrivere le mie caratteristiche: penso che, oggi, il calcio vada in quella direzione, occupare gli spazi che si possono creare in campo“.
Metodi del nuovo allenatore – “Spalletti è passione allo stato puro: il tecnico è questo e molto di più. Ti entra nella testa, ti arriva: a volte sa essere originale in ciò che ci dice, ma coglie sempre il punto. In pochi giorni ha portato nel gruppo un bel po’ di novità. E rispetto a quello che ho conosciuto in Nazionale è cambiato parecchio“.
Juventus, Cambiaso ci crede: “Per lo scudetto…”
Scudetto possibile – “Siamo in lotta Scudetto? Giusto e, direi, logico. Quando ce lo ha detto negli spogliatoi, alla Continassa, gli siamo andati tutti dietro: prima di Cremona avevamo sei punti di distacco dalla vetta, dopo Cremona ne abbiamo quattro. Questione di numeri…”.
Particolari – “Spalletti è anche Cura del particolare, in ogni momento del lavoro: dal rinvio da fondo campo alla rimessa laterale al fischio di inizio. Vive di pallone ventiquattro ore al giorno, penso che veda migliaia di partite, il suo metodo è un metodo moderno di insegnare calcio”.
Confronti – “Chi come me? In tanti. Se devo fare un nome dico Calafiori: parte da terzino e lo ritrovi in attacco. Nel suo Arsenal va così in generale: li seguo, li studio, mi piacciono. E se lo chiedeste a Spalletti sono sicuro che anche lui vi risponderebbe: sì, guardo le partite dei Gunners. E poi… L’altra sera nel Chelsea c’era Cucurella ovunque“.
Duttilità in campo – “Destra o sinistra? Per me è stata una questione di istinto: fin da piccolo ho ricoperto più ruoli o posizioni e, per questo, credo di aver sviluppato una certa conoscenza non legata ad un solo movimento. Ne parlavo proprio in queste ore con Mac (McKennie) che mi sottolineava come avere la capacità di stare un po’ ovunque possa accompagnarsi al non eccellere in qualcosa di particolare. Io non la penso così: per me si tratta di un aspetto positivo perché l’allenatore è messo nelle condizioni migliori per fare le sue scelte“.
Margini di miglioramento – “Non mi sento arrivato, non avrebbe senso: ho cominciato la mia carriera in Serie A più tardi rispetto ad altri compagni, vedi Kenan, o a chi fa la mia professione: se cominci a 21 anni sei, quasi, all’inizio. Di strada ne ho fatta, ma ne ho molta da fare: davanti a me vedo ampi margini di miglioramento”.
Trattative – “Vicino all’addio verso il Manchester City? C’è stato un interessamento lo scorso gennaio, niente di più: non sono stato vicino a salutare la Juventus, non ho fatto proclami in questo senso, anzi. Lusingato, sì, altre storie no. Chi diceva che ero svogliato? Mi hanno dato fastidio, ma il nostro mondo va così e non puoi farci nulla: era chiaro che non fosse la motivazione del mio calo di forma, ma, forse, fossi stato dall’altra parte lo avrei pensato anch’io. Vabbè..”.
Qualità in rosa – “Dusan è un trascinatore, uno che gioca per la squadra e con la squadra. Negli ultimi tempi l’ho visto più sereno e tranquillo, ma non ha mai perso un momento per dimostraci il suo attaccamento alla causa. Far gol, per un centravanti, vale tanto, ma, lui, di gol ne ha sempre fatti. I nuovi? Qualità e professionalità: vale per tutti. Se devo sceglierne uno, allora dico Edon (Zhegrova): mi aveva impressionato quando lo abbiamo affrontato la scorsa Champions League a Lille, poi mi ha confermato quello che pensavo di lui. Ha ragione Spalletti, quella “zeppetta” nell’uno contro uno è micidiale”.
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Fonte: Europacalcio.it