Sarri a SI: “Dybala fuoriclasse, Ronaldo ingestibile. Su Insigne…”
Il neo tecnico della Lazio Maurizio Sarri ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di SportItalia.
SARRI A SI – Questi i temi trattati, riportati da TMW.
Oltre 300 giorni dall’addio alla Juve, cosa ha fatto in questo periodo?
“Niente di particolare, ho fatto quello che non ho fatto per tanti anni. Sono stato con la famiglia, ho letto tantissimo, ho visto tante partite e poi ho fatto una delle cose che mi piace di più, viste tante corse ciclistiche. Io vengo da una famiglia di ciclisti, mio nonno lo faceva e mio padre è stato corridore professionista. È una passione di famiglia”.
Allenare una squadra di ciclismo?
“Mi piacerebbe tantissimo, a volte chiamo Davide Cassani per farmi spiegare le corse”.
Quanto calcio ha visto in questo periodo?
“Tanto, non tantissimo. È stato un anno particolare, stare fuori non mi è pesato molto. Che tristezza gli stadi vuoti, la situazione non mi faceva venire voglia di tornare particolarmente”.
Lo scudetto con la Juve è stato sottovalutato?
“Era dato per scontato. All’esterno, ma devo dire anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, ognuno ha cenato per conto suo. Probabilmente l’anno giusto sarebbe stato questo, dopo un quarto posto e ho visto che hanno festeggiato, probabilmente ci sono le condizioni ideali”.
Il quarto posto non andava festeggiato. O è stato poco festeggiato il suo scudetto?
“Credo sia stato poco festeggiato il mio. Una squadra che viene da 8 anni di scudetti può dare tutto per scontato, ma nel calcio non è mai così”.
Un anno sabbatico: ci vuole del tempo per il suo lavoro?
“Un po’ per questo, ma anche perché quest’anno non c’erano le condizioni. Nel calcio dopo la pandemia era difficile rientrare con la voglia e le qualità giuste. Non mi ha pesato stare fuori, ora che si ricomincia a vedere un po’ di spettatori la voglia torna a prendere il sopravvento”.
De Laurentiis l’ha chiamata. Perché non ha considerato un ritorno a Napoli?
“Non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa. E perché non c’erano tanti presupposti. Tutte le società che mi hanno cercato durante la stagione hanno ricevuto la stessa risposta: che ero a disposizione, se volevano, per parlarne a luglio”.
Quindi il Napoli non l’ha cercata a luglio. Ma a gennaio sì?
“Non era una trattativa vera e propria, solo un’informazione sulla disponibilità”.
Torniamo alla famosa sostituzione di Ronaldo contro il Milan. Come si gestisce uno così? E il suo futuro alla Juve può essere l’anticamera per la Champions?
“La gestione di Ronaldo non è semplice, è una multinazionale che ha degli interessi personali da abbinare a quelli della squadra.
È una situazione sicuramente difficile da gestire. Sinceramente io mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore, è una cosa che non mi piace, mi annoia e mi diverto di più in campo.
È una gestione difficile, ci sono poi tanti aspetti positivi perché a fine anno Ronaldo porta risultati importanti; rappresenta qualcosa che può andare oltre a società e squadra, con tanti follower è chiaro che va oltre la normalità. È il prodotto della nostra società, negli ultimi anni sento parlare tanto di singoli e poco di squadre, che poi sono quelle che vanno in campo. E il valore della squadra non è la somma del valore dei singoli”.
Fonte: Europacalcio.it