Calcio, continua la crisi economica. Gravina sbotta: “Aprite gli stadi”
La crisi economica del Covid 19 non ha lasciato incolume neanche il mondo del calcio; un settore che già prima della pandemia viveva momenti difficili tra bilanci in rosso, battaglie sui diritti televisivi e plusvalenze fittizie.
Ma se gli altri settori stanno lentamente ripartendo, il mondo del calcio mostra ancora segni di grande squilibrio; con un ritorno alla normalità avvenuto in maniera altalenante e frammentaria, complice anche l’assenza di ristori economici da parte del Governo e la limitazione della capienza degli stadi.
LE PAROLE DI GRAVINA. È questo quanto emerso dall’ultimo consiglio federale, durante il quale il Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio ha fornito un aggiornamento sui suoi dialoghi con il Governo; in particolare con la Sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali e il Ministro dell’Economia Daniele Franco e il Sottosegretario alla Presidenze del Consiglio dei Ministri Roberto Garofoli.
Sul tavolo soprattutto le richieste delle società dei dilettanti, che a causa del caro bollette rischiano ad essere di vivere un altro stop. Per questo il Governo ha deciso di destinare un contributo di oltre 300 mila euro.
“Non chiederò più ristori perché sentire ancora dei ‘no’ mortifica il nostro impegno – ha detto Gravina – . Stiamo lavorando per dare una pari dignità al mondo del calcio rispetto ad altri settori dell’economia. C’è un giro d’affari attorno alle scommesse che in Italia oscilla tra i 13 e i 15 miliardi di euro, chiediamo la tutela del nostro diritto d’autore”.
LA RIAPERTURA DEGLI IMPIANTI. Anche se, come affermato dal Ministro della Salute Roberto Speranza, “superare lo stato di emergenza non vuol dire essere fuori da ogni vincolo”, dal primo marzo la capienza degli stadi è tornata al 75% all’aperto al 60% al chiuso. Club di Serie A e di Serie B continuano però a fare pressioni affinché si possa arrivare alla capienza totale o, perlomeno, vicina al 100%.
LA QUESTIONE SPONSOR. E in questo panorama di crisi economica, una grande mano potrebbe arrivare alle società di calcio grazie agli sponsor, in particolare quelli del gambling. L’apporto economico del settore delle scommesse sportive è innegabile dal momento che il 19% degli sponsor è riconducibile a questo settore.
In seguito però ad alcune norme proibizioniste, come il Decreto Dignità, molti contratti in essere sono stati stracciati; per rispettare il divieto di pubblicità al gambling. Ecco, la ripartenza del gioco e del calcio potrebbe passare proprio dalla revisione di queste norme restrittive e ormai obsolete.
Fonte: Europacalcio.it