Tra fuoco “amico” e “nemico”, il Napoli non è al primo posto per caso

NAPOLI PRIMO POSTO – Ammettiamolo, nessuno si aspettava un percorso così brillante del Napoli ad inizio stagione. Il primo posto in solitaria e la mini fuitina ad una manciata di minuti dal termine di questa prima parte di campionato era inimmaginabile all’inizio del new deal napoletano. De Laurentiis ha dovuto in prima battuta resistere agli attacchi del fuoco “amico” (le virgolette sono d’obbligo) in sede di calciomercato estivo.

Le cessioni di calciatori sulla carta importanti avevano infatti generato un malcontento di una fetta rumorosa di pubblico. Rumore che è rimasto di fondo alle prime vittorie e che aumenta la propria intensità solo sugli errori dei singoli calciatori (Meret su tutti, ancora oggi nel mirino di chi auspica errori a raffica per poter semplicemente riaffermare le proprie idee).

Il Napoli non è al primo posto per caso. Programmazione, progettualità, bilanci in regola, scelte di mercato: Aurelio De Laurentiis ha avviato anni fa un modello di gestione societaria che oggi tutti i club di Serie A sono costretti ad inseguire. Debiti alla mano (e gestioni sospette al vaglio degli inquirenti) sarà certamente più arduo mettersi al pari del Napoli.

Se i battaglieri del fuoco “amico” per il momento sono costretti a rintanarsi chissà dove, inizia ad essere insistente il fuoco “nemico”. Precisiamo subito: non esistono complotti che hanno la finalità di impedire al Napoli di raggiungere il traguardo che manca dal 1990. Tuttavia, iniziano a proliferare teorie strampalate atte a giustificare l’indiscusso primato partenopeo.

In primo luogo, la teoria della “fortuna”. Ma dai. Proprio il Napoli? Una squadra che non riesce a vincere uno Scudetto con 91 punti finali? La squadra che negli scorsi anni ha battuto ogni record di pali e traverse colpite?

Il secondo punto è ancor più esilarante: il presunto “peso politico”. Napoli. Peso politico. In Italia. Una città agli ultimi posti, da anni, per qualità della vita. Una città dove la Camorra strozza ogni tentativo di fare impresa. Ogni commento lascia il tempo che trova.

La realtà è molto più semplice di ciò che i due fuochi (amico e nemico) tentano di dipingere: proprio nella città più difficile d’Italia, esiste una società modello ed esempio per tutto il sistema ed il movimento calcistico italiano. De Laurentiis (a cui si può muovere la critica di aver ritardato la rifondazione dello spogliatoio di qualche anno) non ha gettato fumo negli occhi alla gente, ingaggiando parametri zero dal nome altisonante ma fisicamente discutibile. Ha portato avanti una strategia netta, chiara, definita.

Il Napoli non è al primo posto per caso.

Fonte: Europacalcio.it

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