Napoli, Garcia si presenta: “non ho paura di niente”
Napoli, Garcia si presenta – E’ iniziata ufficialmente, nel pomeriggio di oggi, l’avventura di Rudi Garcia alla guida del Napoli. Il tecnico francese, infatti, ha tenuto oggi la consueta conferenza stampa di presentazione nella quale, al fianco del Presidente De Laurentiis, ha annunciato tutti i suoi buoni propositi riguardanti il Napoli che verrà.
Il primo a prendere la parola, però, è stato proprio il patron azzurro, il quale ha così parlato:
“Lo scudetto è stato un fatto iniziatico che avevamo provato ad anticipare negli anni precedenti e speriamo non sia solo un caso ma l’inizio di un percorso che una città come Napoli, che i tifosi del Napoli meritano. L’obiettivo è provare a ripeterci. Garcia, sei arrivato in semifinale di Champions. Ci metterei la firma per la finale”.
PERCHÈ GARCIA? – “Non ho dato via a un casting molto lungo, è quello che ho detto a voi così vi siete scervellati in un gioco simpatico. Io mi sono dedicato per tre settimane all’organizzazione della festa per lo scudetto. Il 5 giugno ho pensato al nuovo allenatore, poi undici giorni per scegliere. Ho visto la mappa che vi avevo dato in pasto e poi ho selezionato chi giocava con successo con il 4-3-3. Molti di quelli che vedevo avevano un 4-2-3-1, 4-4-2, 3-4-3. Era importante mantenere l’assetto con i calciatori che avevamo. Io dovevo trovare un allenatore che con il 4-3-3 ha fatto strike.
Rudi con la Roma era arrivato secondo due volte e il primo anno aveva iniziato con dieci vittorie consecutive, così ho pensato facesse al caso nostro. Con il Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions League e io ci tengo tanto alla competizione. Non perché creda nel torneo in cui non credo. Dissi ad Agnelli che sono sbagliate la Superlega, la Champions, l’Europa League, sbagliatissima la Conference. La UEFA ha bisogno di attestati di stima. Io non posso risolvere un sistema incrostato. La Champions mi permette di ampliare la riconoscibilità del brand Napoli nel mondo. Cerchiamo di cambiare questo calcio ma non è così facile perché si dovrebbe cambiare il cervello di troppe persone”.
SU OSIMHEN – “Osimhen resta? L’ho detto da tempo. Però se arrivasse un’offerta irrinunciabile per la salute del Napoli vedremmo”.
Napoli, Garcia si presenta – SCELTA GARCIA – “Con Osimhen non mi sono sbagliato, con Garcia vedersi a cena, scrivere i contratti, farglieli digerire e firmarli è stata lunga. Da parte mia c’è consapevolezza e fiducia, l’uomo non deve dimostrare chi è. Dopodiché dobbiamo stare calmini, farlo lavorare senza mettere limiti, ansia, fretta. Poi sarà quel che sarà”.
COLPITO DA GARCIA – “Mi ha colpito la sua spontaneità, la sua immediatezza. Sembrava che noi ci fossimo conosciuti da tempo, almeno dal mio punto di vista. Sembrava ci fossimo già incontrati in passato, mi sono ritrovato in un meccanismo oliato, è servita solo la razionalità di mostrare ai suoi avvocati ciò che ci chiedevano. Con lui una cordialissima e immediata intesa”.
SCELTA GARCIA – “Non ho trovato diffidenze, né visto dubbi in Garcia. Per cui sono stato felice della scelta. Sembrava quasi ci fossimo incontrati in maniera naturale”.
OSIMHEN – “Già parlato con Osimhen prima che organizzassi la festa del Napoli, mi sembrava una priorità. Con lui siamo in linea di massima d’accordo sul prolungamento di ulteriori due anni di contratto. Poi per quanto riguarda gli altri giocatori è qualcosa che dovremo vedere e studiare con Rudi perché sono convinto che la preparazione nei ritiri sia fondamentale. Abbiamo rinunciato di andare a fare il Gamper con il Barcellona, rifiutato tanto. Per il periodo dal 28 luglio al 12 luglio stiamo valutando diverse squadre europee per non perdere tempo.
Durante quel periodo ci si deve imballare, mettere benzina con nafta dentro i vari meccanismi per durare il più a lungo possibile, non avere una sfiammata solo per i primi dieci incontri ma per tutto il campionato. È importante lavorare a Dimaro e Castel di Sangro. Con Rudi già stiamo lavorando su chi resta, chi può andar via. Bisogna guardare negli occhi le persone, i contratti contano fino a un certo punto.
Dopo la vittoria di uno scudetto perché è stato un bene scegliere Rudi e perché devo ringraziare Spalletti per l’anno sabbatico richiesto? Perché vincere dopo 33 anni di attesa, la sazietà può giocare un brutto scherzo. Ma se un allenatore nuovo sa suonare le corde giuste di quel violino non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto nel rapporto con i tifosi”.
LOBOTKA – “Ce l’avremo fino al 2028, è un capisaldo importantissimo. Serve avere anche possibili sostituzioni”.
Napoli, Garcia si presenta – Poi è stato il turno dell’ex tecnico della Roma che si è così presentato alla sua nuova piazza:
“Il primo regalo è essere qui con voi a Napoli. La cosa bella che arriva da me e dal presidente è legata alle ambizioni. Voglio salutare e ringraziare i tifosi per l’accoglienza. Complimenti al presidente per la sua squadra, che sarà la mia tra poco, per quanto fatto l’anno scorso. Quando sono arrivato in città con tutti questi striscioni mi sono reso conto che i tifosi sono fieri della città. Il mio obiettivo è che accada anche in futuro“.
OBIETTIVI E APPROCCIO CON ADL – “Ci siamo trovati con le ambizioni. Ogni competizione che gioco la disputo per vincerla. Il presidente ha messo l’asticella molto alta con la Champions. Io sogno, sono qui per vincere trofei. Dopo 33 anni, dopo Maradona è bellissimo vincere lo scudetto ma il Napoli è una squadra che ogni anno deve giocare la Champions e deve essere importante come lo scorso anno”.
LE MOTIVAZIONI – “Spaventato? Non ho paura di niente, a parte i problemi di salute come ognuno di noi. Ho già fatto i complimenti per la stagione scorsa. La vittoria in campionato deve dare fiducia a ogni calciatore presente in rosa, però quando si inizierà la nuova stagione si ripartirà da zero. È molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza collettività si possa arrivare a un traguardo.
Quindi da un lato i giocatori devono dimenticare quanto fatto, salvo che la fiducia deve esserci con l’umiltà. Ho visto una squadra, non solo singoli di qualità, che ci sono ovviamente, ma una squadra che giocava bene e difendeva tutta insieme. La rosa è ampia, la panchina è lunga.
Il presidente è ambizioso, vuol dire che mi darà una squadra di qualità e così possiamo far divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno gol, fanno di tutto per gestire la gara e per fare un gol in più rispetto all’avversario. Datemi tempo per conoscere i calciatori ma quando si parte si parte a bomba”.
CHE GARCIA ARRIVA? – “Spero di essere un Garcia con più esperienza, è un vero piacere tornare in Italia, essere a Napoli. Non vedo vedo l’ora di scoprire la città, forse metto baffi e cappello. Il bello del mio mestiere è che ne incontri di nuove che ti arricchiscono. Darò il meglio di me qui”.
DOPO SPALLETTI – “Qualsiasi allenatore che si siede sulla panchina del Napoli sa che il compito è alto, dopo la vittoria dello scudetto. I giocatori hanno in mente che devono dare ancora di più. Io arrivo qua e non rivoluziono tutto, vediamo se la squadra somiglia nella rosa a quella dell’anno scorso. Non cambierò tante cose, ma ci metterò il mio tocco. Abbiamo parlato di 4-3-3, ci ho costruito tanto con quel modulo ma ne ho usati altri. Un allenatore deve adeguarsi alla rosa, ma la squadra deve anche saper cambiare modulo durante la partita. Voglio che i miei calciatori abbiano una cura tattica importante per sorprendere l’avversario. La base è il 4-3-3, ma i giocatori devono essere intelligenti“.
COSA NON CAMBIARE? – “La voglia. Se i calciatori saranno motivati come me saremo una squadra tosta, che lotterà. Quando hai vinto puoi addormentarti ma sarò là per mettere la sveglia a tutti e farli crescere. Ci sono calciatori giovani che possono dare ancora di più. Si può migliorare, io l’ho fatto e lo farò qua. Io non so fare altro che lavorare con il mio gruppo, con il mio staff”.
Napoli, Garcia si presenta – SU ANGUISSA – “L’ho fatto esordire a Marsiglia, lo conosco bene ed è un po’ il mio piccolo, anche se è una montagna. Sono contento di ritrovarlo, ha fatto un bel salto di qualità. L’ultima partita fatta insieme era la finale di Europa League, dopodiché è andato in Inghilterra, in Spagna. Qui ha dimostrato di essere un uomo molto importante, non solo in campo. È un altro Frank, sono contento di ritrovarlo. Sa che sarò ancora più esigente con lui e può migliorare ancora”.
CALCIO ITALIANO – “Nelle finali europee quest’anno ci sono state tre italiane, questo vuol dire che il calcio italiano è tornato ad alti livelli. Vogliamo portare in alto i colori del Napoli. Ho sposato il progetto sportivo qui, volevo solo essere sicuro che il presidente volesse vincere trofei. Il resto non è stato importante, non ho avuto bisogno di fare domande al presidente, anche perché sono nel calcio da tempo e potrebbe andar via un calciatore con un’offerta importante. Nessuno è insostituibile, ho fiducia del settore tecnico del Napoli e della sua cellula di mercato che lavora bene. Faremo di tutto per fare una bella squadra”.
CONFRONTI CON LA ROMA – “Voglio scoprire gli uomini dietro i giocatori. Non vedo l’ora di parlare con ognuno di loro, sapere anche su che tasto spingere per essergli vicino e motivarlo, conoscere i leader della squadra. Vedremo chi resterà, chi andrà via e come migliorare la squadra. Alla Roma bei ricordi, però è il passato. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare”.
SPALLETTI – “Sono stato sostituito da Spalletti a Roma e arrivo qui dopo di lui a Napoli”.
PUNTI DI FORZA – “Ogni singolo che inizia è importante, tutti gli undici titolari. Il mio cuore è il centrocampo. Lobotka? Non parlo di singoli, ci sono giocatori forti che danno tanto però lui è un regista fantastico. Voglio trovare in questo reparto giocatori che facciano possesso palla e che difendano subito quando l’avversario la recupera. L’anno scorso nelle partite che ho visto ho notato undici giocatori che correvano. Ci sono superstar in giro che danno problemi nella compattezza, ma il bello di questo Napoli è che ognuno corre, con e senza palla”.
Napoli, Garcia si presenta – I TIFOSI – “Il cuore dei tifosi del Napoli oggi è orgoglioso e deve essere così. In passato ho giocato al Maradona da avversario ed è tosta, il tifo spinge parecchio. Speriamo che faremo divertire i nostri tifosi”.
CAMPIONI D’ITALIA – “Ho più benzina, più carica con il tricolore sul petto. Lo porteremo in giro per l’Italia. Il mio compito è dimostrare che saremo all’altezza”.
LO STAFF – “Nello staff ci sono elementi di qualità, ho lavorato anche con il match analyst a Roma. Porto con me tre assistenti. Lo staff oggi è molto importante. Faremo un bel lavoro, punteremo ai risultati”.
Fonte: Europacalcio.it