Adani in RAI è un punto di rottura

ADANI IN RAI – In un mondo in cui ognuno si schiera da una parte o dall’altra, dal bianco al nero o dall’alto al basso, proviamo a fornire una differente visione sul dibattito nato attorno al commento tecnico di Argentina-Messico.

I fatti sono a conoscenza del grande pubblico: il commentatore (non il telecronista) si è lasciato andare in modo entusiasta alle reti dell’Argentina contro il Messico.

Ogni domenica vengono propinate telecronache, in Serie A, che poco o nulla hanno a che spartire con la qualità tecnica che si vede in campo.

L’esaltazione di uno stop su un lancio lungo (cosa che insegnano i maestri a scuola calcio già quando hai 7-8 anni) ha il solo scopo di rendere unico il momento, lo spettacolo che la piattaforma televisiva sta vendendo.

Bologna-Lecce, nella telecronaca e nel supporto del commento tecnico, può diventare una finale di Coppa Intercontinentale se chi racconta si lascia andare a frasi come “grandissima giocata” per un passaggio di prima o “ecco il Maradona del Cilento” se un calciatore del salernitano effettua un paio di dribbling.

C’è poi da stendere un velo pietoso sulle telecronache “tifose”, campo sul quale ci soffermeremo una prossima volta perché in questo caso si sconfina sulla psicologia sociale. Ma parliamo di un modo di raccontare il calcio tipico delle televisioni private: in RAI il discorso cambia e non può essere altrimenti.

Fonte: Europacalcio.it

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